“Come una canzone” di Luca Giachi

Questa storia comincia perché Mattia, trentacinque anni, decide di ricominciare a suonare. Suonare musica indipendente, o, come la chiama lui, musica per disadattati. Quella che quando la fai ascoltare a tua madre, ti chiede «figlio mio, cos’è sta roba? Dove ho sbagliato con te?».

«Mattia, tu attrai disagio intorno a te».

Come una canzone di Luca Giachi
Come una canzone di Luca Giachi, Hacca Edizioni (gennaio 2017). ISBN: 9788898983070, 160 p., 14€

Questa storia comincia perché Mattia, trentacinque anni, decide di ricominciare a suonare. Suonare musica indipendente, o, come la chiama lui, musica per disadattati. Quella che quando la fai ascoltare a tua madre, ti chiede «figlio mio, cos’è sta roba? Dove ho sbagliato con te?». Le ragioni di questa decisione? È fallito il suo tentativo di diventare un borghese reale, preferendo per l’ennesima volta un borghese che fa finta di non esserlo. Tradotto in termini spiccioli: è fallita sua (ennesima) storia d’amore: dopo due anni è di nuovo single. Sono passati due mesi da quando lui ed Elena si sono lasciati, e Mattia non riesce ancora ad andare avanti. Allora ci pensa il suo amico Andrea, che non ne può più di vederlo piangersi addosso: rimettersi a suonare! Già, quale miglior terapia per un cuore infranto della musica?

Così il gruppo di un tempo si ricostituisce, pronto a farsi largo nella scena musicale indipendente romana a colpi di musica originale e, a quanto pare, “ci sono poche cose che danno il senso di cause perse in partenza quale quella di suonare musica originale a Roma”. Per poter rimettersi in pista, però, c’è bisogno di trovare una cantante, ed è a questo punto che arriva Letizia

Come una canzone è un romanzo piacevole, che si legge tutto d’un fiato. In un attimo ci si ritrova immersi nell’aria allegra e frizzante di Roma, immortalata magnificamente. È tutto credibile, tutto plausibile. E, soprattutto, è facile riconoscersi e immedesimarsi in questi giovani trentenni ancora divisi tra ciò che vogliono essere e ciò che devono essere, che ancora non si rassegnano a mettere da parte le proprie attitudini e i propri sogni per abbracciare la vita reale. “Era come realizzare che non stavamo più solo guardando avanti, ma cominciavamo a guardare indietro per capire che eravamo davvero diventati da quello che volevamo essere”, dice Mattia.

Quella fotografata in Come una canzone è una generazione insicura, fatta di disagio, che non vuole ricadere negli schemi parentali, ma non riesce a trovarne di propri: come la canzone di un vinile graffiato che non si conclude mai. Da leggere!

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