In viaggio con Jane Austen di Laurie Viera Rigler

E’ una verità universalmente riconosciuta che ad un romanzo modesto debba seguirne uno tremendo.

Immaginate di risvegliarvi in un letto, in una casa e in una città che non sono i vostri. Non solo: immaginate di risvegliarvi in un corpo che non è il vostro, in un’epoca che non è la vostra. È quello che succede a Jane Mansfield, la protagonista de In viaggio con Jane Austen di Laurie Viera Rigler,  seguito de Shopping con Jane Austen.

In viaggio con jane austen recensione

Se nel primo romanzo seguiamo le vicende di Courtney Stone nei panni di una delicata fanciulla londinese dell’Era Regency, in questo libro, invece, vediamo cosa succede a quella delicata fanciulla nell’odierna Los Angeles. Ad unire le due donne è una profonda passione per Jane Austen ed i suoi romanzi (soprattutto Orgoglio e Pregiudizio). Non a caso, i titoli originali dei due libri sarebbero, rispettivamente, Confessioni di una fanatica di Jane Austen e Brutale risveglio di una fanatica di Jane Austen. (Sì, i titoli italiani non c’entrano nulla…)

Se seguire Courtney Stone, che arranca negli abiti stile impero della sua Elizabeth Bennet, strappa più di una risata, non si può dire lo stesso di questo romanzo. Una trashata al pari di Pemberley di Emma Tennant e Orgoglio Pregiudizio e Zombie di  Seth Grahame-Smith. Risparmiatevi una tale tortura, davvero.

Che si tratti di due libri, almeno negli intenti, volutamente leggeri, nessuno lo mette in dubbio. Ma, mentre il primo romanzo non si prende troppo sul serio e, anzi, a tratti si burla  simpaticamente delle janeites, in questo caso, a farla da padrone sono la noia e il pressapochismo.

In viaggio con jane austen recensione

Vi pare possibile che una persona del 1813 possa adattarsi ad usi e costumi odierni nel giro di ventiquattro ore? Eppure Jane Mansfield lo fa. Una che è stata educata a non mostrare un centimetro di pelle, mette su tanga e indumenti striminziti quasi senza batter ciglio. In Ragione e Sentimento, Margaret riporta, scandalizzata, che Willoughby ha toccato la caviglia di Marianne (per vedere se è rotta). Qui, la protagonista, baciata di punto in bianco e in luogo pubblico, da quello che per lei è un perfetto sconosciuto, se la cava con un misero “Ops”.

Un romanzo inconsistente. Narrazione piatta. Storia inesistente. Personaggi insipidi.

Poteva essere una buona occasione, per evidenziare con ironia le cose che non vanno nella società moderna, quello che si è perso, e, invece, Viera Rigler toppa alla grande. E nelle rare occasioni in cui ci prova, suona talmente didattica da risultare irritante.

Il primo libro l’avevo letto senza aspettarmi nulla e, invece, mi aveva sorpresa. Questo è stato una completa delusione. Non vale la carta su cui è stampato. Un seguito che non aggiunge nulla e non lascia nulla. Forse, avrebbe avuto più senso portare avanti la storia di Jane in contemporanea con quella di Courtney.

Brutto, brutto, brutto.

In viaggio con Jane Austen di Laurie Viera Rigler
Sperling & Kupfer, 2012
ISBN: 9788860617897, 367 pp.
Titolo originale: Rude Awakenings of a Jane Austen Addict

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