Alla vigilia delle Olimpiadi invernali in Corea, l’affascinante campionessa di pattinaggio sul ghiaccio, nonché top model, Claudine Russo riceve delle minacce di morte. La ragazza ha firmato un contratto di sponsorizzazione milionario con la Petrol&Energy, colosso quotato in Borsa a Wall Street e controllato da un oligarca russo, ex dirigente del KGB in affari con i governi di mezza Europa e con le mafie dell’altra metà di continente.

Il contratto prevede che l’azzurra si alleni per quattro settimane su un’arena di ghiaccio allestita sulla piattaforma petrolifera in mezzo al mare per preparare le Olimpiadi, seguita ventiquattro ore su ventiquattro dalle telecamere di un reality TV. Il nome del reality? La pattinatrice sul mare, ovvio.

A seguito delle minacce di morte, la protezione della ragazza viene affidata al commissario Igor Attila, ex pugile medaglia d’argento-quasi d’oro alle Olimpiadi, responsabile della Sezione crimini sportivi della questura di Roma.

Chi c’è dietro queste minacce? Forse il pericoloso gruppo di eco-terroristi Balenotteri d’assalto? Igor Attila non ha scelta: andare in missione speciale sulla piattaforma e investigare sulla faccenda.

La cosa non è affatto semplice però, visto che si ritrova su un set televisivo allestito in mezzo al mare! In più, a complicare le cose, ecco comparire un amore dal passato, che rischia di mandare a monte l’operazione.

Tra colpi di scena e momenti esilaranti, l’inchiesta procede a tappe serrate in un crescendo di tensione fino all’imprevedibile finale.

La pattinatrice sul mare di Paolo Foschi, 2018, Giulio Perrone Editore. ISNB: 978-88-6004-456-3. € 15.

 

Quando Giulia, di Goodbook.it, mi ha proposto di leggere La pattinatrice sul mare e di intervistarne l’autore (potete leggere l’intervista qui), Paolo Foschi, in prima battuta ho rifiutato. Il mio pessimo rapporto con gialli, thriller e noir è risaputo. Non mi sembrava giusto accettare di leggere qualcosa che sapevo già molto probabilmente non mi sarebbe piaciuto.

Giulia, invece, ha insistito perché lo leggessi. Ed ha fatto bene, perché Igor Attila è riuscito a conquistarmi. Non mi sono mai divertita tanto leggendo un noir. Paolo Foschi usa sapientemente le sue qualità di giornalista per creare un romanzo calibrato sotto ogni aspetto, dalla risata al colpo di scena. Non c’è una parola di troppo o fuori posto.

Nel romanzo si affrontano gli argomenti più disparati, dalla criminalità alla corruzione nello sport, ma si parla anche di ambiente, di migranti, di diritti, di geopolitica e di tanto altro: però sempre con equilibrio e con misura. Tutto scorre con leggerezza, pur restando fermi gli spunti di riflessione. Persino gli aneddoti sportivi, inseriti qua e là, non sono mai invadenti e si leggono con piacere. Inoltre, si nota il preciso lavoro di ricerca dell’autore sugli argomenti trattati, cosa che, almeno io, ho apprezzato tantissimo.

Insomma, un romanzo ben congegnato e davvero piacevole sotto ogni aspetto. Se vogliamo proprio trovare una pecca, il finale è un po’ frettoloso. Ma forse sono io, che non volevo finisse così presto. 🙂

Di sicuro leggerò gli altri libri della serie (Delitto alle Olimpiadi, Il castigo di Attila, Il killer delle maratone, Vendetta ai mondiali, Omicidio al giro).

Intanto, vi lascio anche l’intervista di Paolo Foschi al programma Le parole e le cose di Radio Radicale dello scorso giovedì 8 febbraio 2018: se non sono riuscita a convincervi io, di sicuro ci riuscirà lui stesso.