Sì, sono tempi davvero duri per i romantici

“Si possono dimenticare episodi, eventi, parole, canzoni, ma mai le persone che ci hanno fatto del bene.”

Dunque. Capirai, e da dove comincio? Forse dovrei cominciare col dire che non sono fatta per quella categoria di libri che va sotto il nome di romance e/o young adult. Non ce la faccio proprio. È più forte di me. Mi bastano poche battute e già rivolto gli occhi tipo l’esorcista.

Quando ho scoperto che Tempi duri per i romantici di Tommaso Fusari rientrava in entrambe le categorie, ho cominciato a sudare freddo. Il ritorcimento di budella delle interrogazioni del mio prof. di matematica delle superiori. Quasi un attacco di panico, insomma.

Poi mi sono fatta coraggio. Mi sono detta che magari non era tanto male. Che ero prevenuta. Che dovevo dargli un’opportunità. Poteva sorprendermi positivamente. E invece no.

tempi duri per i romantici fusari

Se amate alla follia libri e serie come Tre metri sopra il cielo o OC, correte a comprarlo: adorerete questo romanzo, e posso assicurarvi che vi farà dono di un sospiro melenso dietro l’altro. Ma se non potete evitare di esigere un po’ di buonsenso, di ragionevolezza e di plausibilità da quello che leggete, allora risparmiatevi tanta sofferenza. Piuttosto, fate tutta la strada da Gran Burrone a Mordor (senza pan di via) e immolatevi a Sauron. Oppure trovate il Trapizzino e gratificatevi scofanandovi di roba buona.

Nulla da dire sulle doti di scrittore di Tommaso Fusari, sia chiaro. Il suo mestiere lo sa fare. Ha uno stile semplice e pulito, molto scorrevole. Ne risulta una lettura piacevole, davvero. Il romanzo è pieno di frasi che, prese a sé stanti, sono bellissime, ma che nel complesso fanno cadere le braccia. Sì, è la storia che imbarca acqua da tutte le parti. Ed io non riesco a passarci sopra. Ma, ripeto, questo genere ed io finiamo sempre per fare a botte. Sempre.

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Stefano, romano di ventidue anni, con il suo stipendio di commesso, riesce a pagarsi un bilocale a Testaccio. Dice di guadagnare bene. Sarà, ma a me risulta davvero difficile credere che riesca a pagarcisi vitto e alloggio. E le sigarette. (In questo romanzo si fuma continuamente. Una sigaretta via l’altra.)

Dicevo: Stefano, ventiduenne romano, ha da circa un anno una relazione con Michela. Una ragazza fantastica, con tante virtù, ma che non ama. Che non ha mai amato. La loro relazione è cominciata per gioco (da parte sua) e si trascina per inerzia. È una gran carogna, Stefano: si gode tutti i comfort della relazione, senza curarsi dei sentimenti dell’altra persona.

Dopo l’ennesima scusa, il caso vuole che Michela lo colga in flagrante, mentre se la beve in un locale con i suoi amici, quando, invece, le aveva detto di non poter uscire, perché aveva una cosa importante da fare. Neanche a dirlo, lei lo lascia. Lui non batte ciglio. Uomo vissuto.

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Tornato in visita dai suoi, mentre vaga per la sua cameretta, ritrova un dischetto di cartone alle cui estremità ci sono due forellini da cui passano due fili di spago. Da un lato v’è disegnato un pettirosso, dall’altro una gabbia. Facendo ruotare velocemente il dischetto, si ha l’impressione che il pettirosso sia in gabbia.

Nel vederlo, Stefano si ricorda di Alice, la bambina del palazzo di fronte, con cui trascorreva le sue giornate, a scuola e a casa. Al ritorno dalle vacanze estive di dieci anni prima, Stefano non l’ha più trovata. L’ha aspettata per tanto tempo. Adesso, con quel dischetto in mano, ecco risorgere in lui il vecchio affetto e il desiderio irrefrenabile di ritrovarla. Da qui parte il romanzo vero e proprio. Supereroe alla riscossa! Step, fatte da parte.

Pochi giorni ed ecco che parte alla volta di Torino. Ha solo mezzo indizio e due giorni per trovarla…e gli avanzano pure, ovviamente.

tempi duri per i romantici fusari

Non vi svelo altro, tranquilli. Però un altro appunto lo devo fare, perché non riesco a tenerlo per me. Devo condividerlo.

Ma secondo voi, è possibile che una bambina dagli otto ai dodici anni possa uscire di casa, nel cuore della notte, scendere due piani di scale, aprire il portone del palazzo, attraversare la strada, svegliarvi colpendo la vostra finestra (anch’essa al secondo piano) con del pellet, aprire il portone del vostro palazzo, salire le scale, entrare in casa vostra, dormire con voi tutta notte e poi andar via senza che nessuno se ne accorga? E siamo soltanto all’inizio del libro.

Con questo ho detto tutto.

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