Incontrare Babbo Natale

“Era la notte di Natale, e in tutta la casa
nulla si muoveva, neppure un topino.
Le calze, in bell’ordine, appese al camino,
di Babbo Natale aspettavan l’arrivo.”

Immaginate che sia la Vigilia di Natale. Siete sul punto di andare a dormire, quando… improvvisamente sentite un grande fragore provenire dall’esterno. Vi fiondate alla finestra, per vedere di cosa si tratta: in giardino c’è una slitta trainata da otto renne e, a condurle, un anziano signore dalla folta barba bianca e dall’aria gioviale. Come se questo non bastasse, ecco che la slitta vola e atterra sul vostro tetto e quel panciuto signore si cala per il comignolo del camino. Potete immaginare il vostro stupore nell’incontrare Babbo Natale?

Questa filastrocca, scritta da Clement Clarke Moore nel 1822 e pubblicata l’anno successivo in forma anonima, ben nota nel mondo anglosassone. In tutta la sua semplicità, racconta la meraviglia e la magia dell’incontro con Babbo Natale. In essa, infatti, troviamo la neve, il chiaro di luna, la slitta trainate dalle renne, l’ometto panciuto che scende dal camino e le calze da riempire di regali la notte di Natale: tutto è proprio come siamo abituati ad immaginarlo. Ma quanti di noi sanno che è stata proprio questa filastrocca a dare vita al Babbo Natale che noi conosciamo?

Ma esclamar io lo sentii, prima di scomparir dalla mia vista:
Buon Natale a tutti, e a tutti una buona notte!

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