‘Addio alle armi’ di Ernest Hemingway

Verso la fine della Prima Guerra Mondiale, Ernest Hemingway prestò servizio nella Croce Rossa Americana in Italia. Questa sua esperienza, lo spinse a scrivere Addio alle armi, romanzo semi-biografico, che racconta le vicissitudini di Frederic Henry prima, durante e dopo la battaglia di Caporetto.

Addio alle armi di Ernest Hemingway
Mondadori
2007, pp. 320;
ISBN: 9788804567103;
Prezzo: € 10,50;
Titolo originale: A Farewell to Arms
Non finisce. Non c’è fine per una guerra.”

Verso la fine della Prima Guerra Mondiale, Ernest Hemingway prestò servizio nella Croce Rossa Americana in Italia. Questa sua esperienza, lo spinse a scrivere Addio alle armi, romanzo semi-biografico, che racconta le vicissitudini di Frederic Henry prima, durante e dopo la battaglia di Caporetto. Pubblicato nel 1929, in Italia, il libro fu bandito fino al 1945, proprio per il suo raccontare la disfatta dell’esercito italiano del 1917 (diserzioni dei soldati comprese).

La trama in sé è molto semplice. Frederic Henry, figlio di un diplomatico italiano, si arruola volontario nell’esercito italiano, conducendo le ambulanze che trasportano i feriti dal fronte all’ospedale da campo. Qui, nella primavera del 17′, conosce un’infermiera inglese, Catherine Barkley. La simpatia iniziale si trasforma in un amore travolgente che fa da complemento alla Grande Guerra, fino ai fatti di Caporetto. Frederic, infatti, durante un bombardamento viene ferito e trasferito a Milano, presso un ospedale americano. Qui viene sottoposto ad un operazione, cui segue la riabilitazione e il rientro in servizio, giusto in tempo per essere partecipe della disfatta dell’esercito italiano.

Hemingway racconta tutta la drammaticità della guerra con una semplicità tale da farla sembrare noiosa. In realtà, non c’è una singola parola che non abbia un peso ben specifico. Anche il più banale scambio di battute cela una denuncia ben più grande. Una cosa, per me, affascinante. Riuscire a dire tanto, facendo uno sforzo minimo: un talento in dono a pochi eletti.

addio alle armi Hemingway recensione
Ernest Hemingway (Milano, 1918)

Hemingway sottolinea con elegante pacatezza le ansie, le paure e l’insoddisfazione dei soldati, che si trovano a costretti a combattere una guerra che non vogliono, guidati da superiori inetti. Soldati che non si ribellano per non rischiare di mettere nei guai i propri familiari, e che sanno che un ‘no’ può costargli la fucilazione immediata.

Magistrale il racconto della guerra in tutta la sua quotidianità, tanto diversa dalla spettacolarizzazione adrenalinica di Hollywood. C’è qualcosa di malinconico e di commovente nel vedere la vita e la morte alternarsi in una danza crudele ed eterna, dove in un battito di ciglia tutto può cambiare. Finale straziante, ma tremendamente realistico.

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