Cronaca di un’ultima estate di Yasmine El Rashidi

“Tutto sembrò accadere quell’estate. Era la fine di agosto.”

Cronaca di un’ultima estate, romanzo autobiografico di Yasmine El Rashidi, racconta la storia recente dell’Egitto passando per tre estati salienti per il Paese: 1984, 1998 e 2014.

A narrare lo smantellamento sociale e culturale della nazione è quella che al’inizio del romanzo è solo una bambina.

Attraverso i suoi occhi vediamo il susseguirsi di una speranza disillusa via l’altra, ogni volta con un nome diverso: Nasser, Sadat, Mubarak, Morsi e, infine, Sisi; mentre il Paese soccombe sotto Dittatura.

Si parla della carestia in Etiopia, ma anche dell’estrema povertà in cui vive un’ampia fascia della popolazione egiziana. C’è l’attrito con Israele, a cui proprio non si può perdonare la combutta con inglesi ed americani. Ma, soprattutto, c’è il regime, che controlla tutto e tutti.

Cronaca di un'ultima estate di Yasmine El Rashidi
Cairo – piazza Tahrir (1941)

Il giornali non parlano che dei ponti costruiti dal presidente, delle nuove città, scuole, biblioteche, ospedali; non manca neppure il quotidiano riquadro, in prima pagina e in bella evidenza, che elenca le telefonate e le lettere di lodi dai leader di tutto il mondo. Eppure la gente sparisce e quella che resta ha paura, paura di esprimersi perfino sulle cose più banali.

Così passano gli anni e il Cairo diventa il fantasma di sé stesso.

Quella che una volta era la vista sul Nilo, con i barcaioli che viaggiavano sull’acqua al mattino, ora è solo una rete, un muro, un’altra rete, una siepe troppo cresciuta e piena di immondizia, un’altra rete, un altro muro. La polvere ricopre ogni cosa, come una crosta. Circoli militari e caffè governativo occupano tutto lo spazio possibile fino alla riva, riservata solo alle più alte sfere dirigenziali. Il fiume si vede appena, tranne che lungo un solitario tratto di pochi metri, dove la siepe si rifiuta di crescere.

Distrutto anche il monumento nazionale: la passerella circolare più elegante del mondo, forse addirittura l’unica, infatti, non c’è più.

Zio si era lamentato dell’incuria del governo, che non aveva neppure informato il popolo della chiusura della piazza. Lui era arrivato in città per partecipare a un incontro in onore dei cinquantacinque anni dei Surrealisti egiziani, in un palazzo lì accanto, e quand’era arrivato aveva visto le transenne. Perché? Perché sì. Non potevano almeno mettere un cartello? Avevano parcheggiato. Un quarto di passerella era già stato demolito. La piazza era un casino, il prato e la fontana.
L’ennesimo atto di distruzione, disse, mirato a cancellare l’identità di una città. Tutto quello che abbiamo sempre visto sparirà. Qualunque cosa rechi tracce delle storie passate. Era il lascito che la mia generazione avrebbe ereditato, un lascito di distruzione e perdita. Era triste per la situazione in cui ci ritrovavamo. Tadmeer. Tadmeer. Significava distruzione. Temeva che fossimo diventati proprio quello.

Cronaca di un'ultima estate di Yasmine El Rashidi

Non si può più parlare arabo. Corruzione e ladrocinio aumentano. A scuola, ai bambini s’insegna che tutti i presidenti egiziani sono stati grandiosi. Nel clima di repressione e malcontento, si ridefinisce anche il ruolo della religione: lì dove musulmani, ebrei e cristiani vivevano in pace, non c’è più spazio per gli ultimi due. E, intanto, la gente ha sempre più paura:

Una volta per una compito di scrittura, abbiamo dovuto avvicinare i passanti chiedendo quali migliorie avrebbero voluto in città. La gente mi evitava. Mi guardava scettica. […] Mi chiedeva chi volesse saperlo davvero. Dicevano di non poter rispondere a domande del genere. Alzavano le mani e scuotevano la testa. Arretravano, si facevano da parte.

Frustrazioni, privazioni e desideri si accumulano:

Nessuno ha una voce, dice, né un senso reale di se stesso. […] le strade ribollono dell’indignazione della gente, ma […] le nostre emozioni sono smarrite, e ci rendono silenziosi.
Anch’io mi sentivo raggirata, defraudata di una vita, ma non ero sicura del perché, o del per cosa. Non facevo che pormi domande.

Cronaca di un'ultima estate di Yasmine El Rashidi
Cairo – Piazza Tahrir (2015)

Così, ad un certo punto, l’unica soluzione possibile sembra essere Rivoluzione. Eppure, quarantuno mesi dopo, già si sente che è stata solo l’ennesima, effimera illusione.

Un romanzo difficile da digerire, ma che non lascia indifferenti e merita di essere di essere letto, dalla prima all’ultima riga. Potete sfogliarne le prime pagine qui.

Cronaca di un’ultima estate di Yasmine El Rashidi
Bollati Boringhieri, 2018
ISBN: 9788833929002, pp. 150
Titolo originale: Chronicle of a Last Summer: A Novel of Egypt

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