C’era una volta la regina delle nevi… Il suo cuore era di ghiaccio e voleva che anche quello degli altri fosse come il suo…
Tanto, tanto tempo fa, c’erano un bambino chiamato Kai e una bambina chiamata Gerda. Vivevano porta a porta e si volevano molto bene. Fra le due case c’era un giardino nel quale i due ragazzi giocavano tutta l’estate tra i fiori. […] Durante l’inverno, sedevano accanto alla stufa ad ascoltare le storie che la nonna di Kai narrava sulla perfida Regina delle Nevi:
«Vola nella grandine e ricopre i campi di neve. Paralizza i fiori con la brina e ghiaccia i fiumi. Il suo cuore è di ghiaccio e vorrebbe che anche quello degli altri fosse come il suo.»
Una sera, mentre la nonna parlava, il vento fischiava intorno alla casa e una finestra si spalancò. Una folata di grandine colpì Kai al viso e una scheggia di ghiaccio gli entrò in un occhio e gli arrivò fino al cuore.
La regina delle nevi è una delle favole più belle e più lunghe di Hans Christian Andersen, Pubblicata il 21 dicembre 1844, si divide in sette storie, ognuna delle quali racconta un vicenda compiuta.
L’antefatto iniziale è la costruzione di uno specchio magico, uno specchio in grado di far vedere solo il male di si specchia in esso. Un giorno lo specchio va in frantumi, e i suoi frammenti si disperdono nel mondo, entrando negli occhi e nel cuore degli uomini, corrompendo la loro anima. Una sera, uno di questi frammenti, finisce nell’occhio del piccolo Kay, portandolo in un mondo fatto di ghiaccio…
Questa favola, incantata e brutale, ha ispirato e continua ad ispirare scrittori e artisti di ogni genere. Basta pensare, ad esempio, a Jadis, la strega bianca che, con un incantesimo, fa cadere su Narnia un inverno gelido ed eterno che, secondo l’antica profezia, sarà spezzato solo dai figli di Adamo e dalle figlie di Eva. Ne Il leone, la strega e l’armadio, Edmund è Kay, ammaliato dalla strega con la promessa di farlo diventare principe.
O, ancora a Frozen (2013), variante poi ripresa nella quarta stagione di C’era una volta.
La prima apparizione de La regina delle nevi al cinema, però, risale al 1957, col film d’animazione sovietico di Lev Atamanov.
È interessante come, nell’arco dei decenni, fisionomia della regina delle nevi sia cambiata. Dall’immagine rassicurante del pittore scozzese Thomas Bromley Blacklock:
Allo spirito etereo immaginato da Edmund Dulac:
Alla bellezza crudele delle sontuose illustrazioni di Vladislav Erko:
Centosettantadue anni dopo la sua pubblicazione, il fascino della favola della gelida regina delle nevi non accenna a diminuire. Forse proprio perché così bene immortala la fallibilità dell’uomo. E forse, proprio per questo, una volta l’anno, dovremmo tutti rileggerne la storia.
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