“La storia degli afroeuropei è tanto vitale e complessa quanto brutale. È un insieme di esperienze che variano enormemente da un luogo all’altro e nel corso del tempo. Tutte queste vicende hanno plasmato le pratiche sociali e le identità delle comunità europee, e continuano a farlo anche oggi. Le traiettorie degli africani europei sono incise nell’architettura locale, come pure nella produzione letteraria, nelle arti visive e nell’intera cultura, nazionale e internazionale.”

Un libro davvero complesso, questo, ma che non può non far riflettere.

Quella degli afroeuropei è una storia vitale e complessa quanto brutale. Una storia fatta di esperienze che variano enormemente da un luogo all’altro e nel corso del tempo. Tutte queste vicende hanno plasmato le pratiche sociali e le identità delle comunità europee, e continuano a farlo anche oggi. Le traiettorie degli africani europei sono incise nell’architettura locale, come pure nella produzione letteraria, nelle arti visive e nell’intera cultura, nazionale e internazionale.

Olivette Otélé è docente di Storia e Memoria della schiavitù presso l’università di Bristol ed è vicepresidente della Royal Historical Society. In questo volume, raccoglie il vissuto degli afroeuropei che sono riusciti a ritagliarsi un posto nella storia africana ed europea nel corso del tempo, per fare un quadro – nazione per nazione – di ciò che è stato, di ciò che è e di ciò che potrebbe essere.

“Questo libro è un invito ad analizzare queste esperienze e a cercare di capire come vivere la propria vita in modo diverso.“

Oggi, in Europa, il concetto di razza sta mutando, così come il suo impatto su coloro che vedono la propria vita trasformata da varie forme di oppressione razziale. Tendiamo a considerare e ad interpretare il razzismo come un atto fisico violento volto a danneggiare l’altro, colui che è visibilmente diverso. Invece, ci sono anche tanti piccoli atti di violenza vengono spesso ignorati.

Secondo Olivette Otélé per sconfiggere brutalità istituzionalizzata, forme di razzismo quotidiano e microaggressioni, esclusione ed emarginazione è importante usare in modo radicale l’esperienza di resistenza tramandata ai giovani:

“Serve un livello di coscienza collettiva che superi le barriere sociali, economiche, culturali e di genere. Ci vuole una pratica della fratellanza rinnovata e flessibile. E tutto questo significa impegnarsi nel radicalismo nero.”

Gli afroeuropei continuano a ricavarsi un posto nella storia africana e europea attraverso una lunga storia di resistenza e pensiero radicale nero, ma anche avviando o partecipando a campagne e movimenti per la giustizia sociale ed economica.

Il cammino verso l’uguaglianza, però, sembra ancora lungo. Come facilitarlo?

Naturalmente,

“garantendo l’accesso al potere e una rappresentazione significativa in tutte le discipline, i settori economici e le istituzioni. È un cammino che dobbiamo spianare insieme.”

È stato scritto molto sulle vite dei neri nei contesti geografici più disparati. Ma solo pochissimi libri si occupano nello specifico dell’esperienza delle persone di origine africana in Europa prima dei due conflitti mondiali. Africani europei va a fondo nelle pieghe della storia europea in Africa e, viceversa, della storia africana in Europa, per capire come questi due continenti si siano contaminati a vicenda fin dall’antichità. La molteplicità di storie che questo libro offre un punto di partenza per studiare il passato e smantellare l’oppressione razziale nel presente.

Un libro tosto, ma che, arrivati all’ultima riga, si chiude con una consapevolezza tutta nuova su un mondo ed una parte di storia troppo a lungo messi da parte.

Consigliatissimo.

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