Perchè scrivere?

Essere uno scrittore è un mestiere difficile e ingrato. Oggi più che mai. Allora, perché scrivere? Zadie Smith ha le idee ben chiare.

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Zadie Smith © Hamish Brown/Contour

Classe 75′, londinese e laureata a Cambridge, è considerata una delle scrittrici inglesi contemporanee di maggior talento. Ne sento parlare continuamente. Nonostante ciò, non avevo ancora letto nulla di suo. (Che io abbia un leggero problema con la letteratura contemporanea, è cosa nota.) Qualche settimana fa, durante un giro in biblioteca, mi è caduto l’occhio su questo librettino, sul tavolo degli ultimi arrivi, e l’ho preso.

Perché scrivere (2011) raccoglie il testo della sua lectio magistralis Why write, tenuta a Firenze nel 2011 in occasione della quinta edizione Premio Gregor von Rezzori, e di un suo articolo pubblicato per il «Guardian» nel 2007 dal titolo Fail Better. Entrambi, espongono una serie di riflessioni sul ruolo dello scrittore oggi, sul perché scrivere e su cosa serve per essere un bravo scrittore.

Parlate con uno scrittore. Domandategli del suo mestiere. Non farà che lamentarsene. Non farà che dirvi che una volta era tutto più semplice, che oggi le cose vanno sempre peggio. Internet e i social media hanno cambiato il rapporto col pubblico; la competizione con l’industria dell’intrattenimento, con il cinema, con la televisione, con i videogiochi on-line, ma anche con ipod, ipad e telefonini è spietata; il diritto d’autore pare stia per scomparire da un momento all’altro.

Zadie Smith © Sergio Dionisio

E allora: perché scrivere, se dà così poche soddisfazioni? 

Be’, innanzitutto, scrivere non è mai stato semplice: gli scrittori di ogni tempo si sono lamentati delle proprie difficoltà, guardando con rimpianto alle epoche precedenti. Indietro, pare tutto più roseo. Forse, perché, come afferma l’autrice inglese, a posteriori quel tutto sembra ottenuto senza sforzo.

Perché si scrive? Qualsiasi scrittore vi risponderà: perché non potevo farne a meno.

Una volta chiarito questo, Zadie Smith si domanda che cos’è uno scrittore e cerca la risposta a partire dalle parole di chi l’ha preceduta: Rezzori, Nabokov, Woolf e tanti altri. Analizza, una per una, quelle che George Orwell indicava quali le ragioni del perché si scrive (puro egoismo, entusiasmo estetico, impulso storico, scopi politici), per verificarne l’attualità odierna. ‘La prende larga’ per arrivare a dar voce a quelle che sono le sue motivazioni ed il suo pensiero personale sull’intera faccenda.

Zadie Smith © Cheryl Gerber

Non ci sono dubbi: la scrittrice è preparata, ha basi solide, e vuole che si sappia. Uno sfoggio di cultura da far impallidire metà della categoria. Argomentazioni salde; padronanza della parola inequivocabile; stile semplice e coinvolgente. Affronta un tema abusato senza risultare banale. Vince e convince.

Meno incisivo, invece, Fail better, dove espone cosa serve, secondo lei, per essere un buon scrittore.

Poche pagine, ma bastano per farsi un’idea ben chiara della preparazione, dell’acume e della sensibilità critica della Smith. Ne sono rimasta piacevolmente colpita e non mancherò di dedicarmi, molto presto, ad uno dei suoi romanzi.

***

Voi avete letto qualcosa di suo? Volete consigliarmene uno in particolare? Parliamone! Non vedo l’ora di sentire delle vostre opinioni e delle vostre ultime letture.

Potete leggere un estratto di Perché scrivere qui.

Il libro

Perché scrivere, Zadie Smith
Minimum fax, Ottobre 2017
ISBN: 9788875218720, pp. 71, 7.50€
Leggi un estratto
Titolo originale: Why Write e Fail Better

La citazione

“È fastidioso e demoralizzante sentire che i lettori vengono addestrati a leggere soltanto una varietà limitata di narrativa, e a riconoscere come letteratura solo quelle opere che utilizzano codici linguistici di cui già possiedono la chiave.„

Opere citate nel testo

E anche:

  • Perché scrivo, George Orwell;
  • La narrativa moderna, Virginia Woolf;
  • Che cos’è uno scrittore?,  Gregor Von Rezzori;
  • Tradizione e talento individuale, TS ELiot;
  • Epistola a Arbuthnot, Alexander pope;
  • L’io, Adam Zagajewski.

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